BigG risponde a 21 delle 69 domande inviate dalla francese CNIL sul nuovo pacchetto di policy semplificate. Tutto in regola, secondo Mountain View. Gli utenti possono autorizzare o meno certificare trattamenti dei propri dati personali
Roma - La missiva è giunta all'attenzione di Isabelle Falque-Pierrotin, attuale presidente della Transalpina Commissione nazionale per l'informazione e le libertà (CNIL). A firmarla sono i vertici del gigante di Google, per rispondere a 24 dei 69 interrogativi sulle nuove politiche semplificate in materia di privacy.
La Grande G ha "lavorato sodo" per introdurre un pacchetto di regole chiare e "facilmente comprensibile" a tutti i suoi utenti, dopo l'entrata in vigore nello scorso 1 marzo. Ma i responsabili del gruppo europeo Articolo 29 Il gruppo di lavoro prevede subito l'inchiesta per capire meglio come cambierebbe il trattamento dei dati personali di milioni di cittadini comunitari.
E il colosso di Mountain View non ha certo nascosto la sua irritazione per "non aver avuto la possibilità di ribattere sulla questione", costretto a rispondere alle numerose domande sulla privacy degli utenti. La stessa Google ha ancora una volta sottolineato come le nuove politiche soddisfino appieno le richieste legislative per la protezione dei dati personali.
In particolare, i vertici di BigG hanno assicurato che le informazioni geolocalizzate - rastrellate con Google Maps o il social network Plus - sfruttano solo e fornito con il consenso (opt-in) degli utenti. Di fatto, nulla cambierebbe rispetto alle politiche in vigore fino al 1 marzo scorso.
Da Mountain View sono poi inserite rassicurazioni sulla funzione per il riconoscimento dei visi Trova il mio volto, che sempre su Plus sarebbe del tutto opzionale e dunque non impiantata di default per gli utenti della sua piattaforma social. L'azienda californiana risponderà agli altri interrogativi entro il prossimo 15 aprile.
Mauro Vecchio